Molte delle manifestazioni folkloristiche, che oggi rappresentano un’occasione di incontro e di divertimento, traggono origine da leggende e tradizioni popolari custodi della cultura e dell’identità locali.
Il fenomeno culturale ampiamente conosciuto, che ha affascinato e continua ad affascinare e coinvolgere persone in tutto il mondo, è senza dubbio il tarantismo. La leggenda vuole che un tempo in queste terre vivesse un ragno velenoso, ovvero la tarantola, il cui morso provocava una sorta di crisi epilettiche nelle malcapitate (di solito infatti si trattava di donne che venivano morse durante il lavoro nei campi) le quali prese da uno stato di isteria si comportavano quasi fossero dei ragni, scalpitando e contorcendosi per terra, arrampicandosi alle pareti ed ai cornicioni, e saltando e correndo in lungo e in largo. Un momento sconcertante che raccoglieva folle di curiosi ma che era ben lontano dall’allegria e dall’entusiasmo che suscita oggi. Le tarantate erano infatti donne colpite da un “male” dal quale era possibile guarire solo attraverso danze e musiche terapeutiche eseguite con tamburelli e violini che duravano ore ed ore e a volte anche giorni finché non si riusciva a trovare il ritmo e la melodia adatti ad annullare gli effetti del veleno. Si trattava comunque di una guarigione temporanea, in quanto ogni anno in corrispondenza al periodo in cui era avvenuto il primo morso, le donne avevano una ricaduta.