In viaggio: breve incontro con l’essenza del Salento
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In viaggio: breve incontro con l’essenza del Salento

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Perché si viaggia?

Una prima risposta potrebbe essere “per conoscere altre culture”, per incontrare “il diverso da sé”. Ma forse è proprio la tensione verso questo incontro ciò che nasconde una ragione più profonda. Viaggiamo perché cerchiamo, ci mettiamo alla ricerca di quella “nota comune” che permette la risonanza, l’accordo, l’armonia anche tra culture diverse. Cerchiamo la nostra Natura più profonda, che è la stessa ovunque sotto forme così varie. Ognuna ha un suo perché, ne mostra a suo modo un aspetto particolare. Come l’Oceano che si riflette in una (e ogni) sua goccia.

Faro della Palascia

Ed è soprattutto così, infatti, che un tempo si viaggiava; ci si lanciava all’avventura attraversando i quattro angoli del mondo conosciuto, alla ricerca di se stessi. Un viaggio in due mondi: l’emerso e il sommerso. Se ci pensate, ancora oggi in un certo senso ogni viaggio è come un “parto di sé”, che avviene come in una danza fra ciò che vediamo fuori intorno a noi e ciò che accade simultaneamente dentro di noi.

Se non ci limitiamo a spostarci soltanto in superficie, se non siamo troppo distratti dal fare una foto a questo o a quello; se invece ci soffermiamo, dandoci modo di guardare senza fretta quello che ci circonda, e così scendiamo più in profondità in noi stessi, allora possiamo davvero “incontrare l’altro”… L’anima delle persone, delle cose, dei luoghi, si trova sempre al di sotto del loro volto emerso; la si deve voler scoprire, e la si può conoscere solo per via diretta: attraverso la propria.

Con questo spirito, allora sì, ha senso viaggiare e attraversare mondi anche lontanissimi, per riconoscersi in altri volti di se stessi – come un guardarsi allo specchio. Ogni volta invecchiamo un po’, come il vino buono, e insieme ci rinvigoriamo, come un giovane virgulto. E ci portiamo a casa un po’ dell’anima del posto che abbiamo visitato, che in qualche modo ora è diventata “parte di noi”, non soltanto dei bei ricordi e qualche souvenir.

Piazza Salandra Nardò

Quanto ad anima, il Salento ne ha una molto antica, profonda e maestosa, al punto che sicuramente non le rende giustizia il famoso slogan “lu sule, lu mare, lu ientu”.

Perché, vedete, il sole del Salento non è tanto quello degli olî abbronzanti sulle spiagge affollate. È il sole della campagna – “la campagna mara”: quello che fa grigioverdi gli ulivi, che fa fiorire le ginestre sulle coste, infuoca i campi d’estate e fa cantare le cicale nelle pinete; è il sole che ti acceca riflesso dalla pietra leccese delle facciate delle Chiese e dei palazzi, dalle mura bianche a calce dei “pittaci” – i quartieri popolari dei vecchi centri storici.

Anfiteatro Romano Lecce

Il mare del Salento non è solo quello dei lidi più gettonati. È il mare delle albe e dei tramonti visti in solitaria dall’alto di qualche roccia lungo la costa, quello in tempesta che sconquassa gli scogli; è la salsedine incrostata al legno dei pescherecci e dei pontili dei porti, alle funi e alle reti da pesca; è il mare impresso nelle mani segnate dei pescatori, nell’odore del pesce fresco al mercato… Il mare del Salento è anche un qualcosa di intimo per ognuno di noi che l’abitiamo, come fosse la nostra matrice più antica…

Veduta Costa Adriatica

Il vento… be’, forse questo è l’elemento meno riconosciuto e apprezzato, al punto che lo si può considerare appannaggio dei veri amanti, più che dei veri intenditori, di questa terra. Il vento che dà voce ai pini e agli ulivi, che ti porta il profumo di resina, dell’erba dei campi e del mare, se ci sei lontano. Il vento che solo raramente lascia inerte il nostro mare. Quest’aria che tira, questa “voce del Silenzio” -ora più possente, ora più lieve- rende viva ogni cosa… Ed è proprio “nell’aria” che si può cogliere l’anima di questa terra, per chi vuole trovarla e stare ad ascoltare.

Santa Caterina Tramonto

E non è così poi in ogni dove? In fondo ognuno di noi sente un richiamo particolare per ogni nuova destinazione di viaggio… Ed è per questo che va a finire che ci parla sempre anche di noi.

Non trovate anche voi? Cos’è che vi spinge ad andare?

E cosa cercate mentre siete lì ad esplorare strade sconosciute?